Sono le principali figure che gestiscono un allenamento di S.d.C. rivolto sia agli amatori che agli agonisti. Si tratta di figure che crescono d’importanza man mano che il livello degli atleti cresce.
Un allenatore/istruttore ben preparato può essere sia tecnico che preparatore, ma deve aver studiato tanto. Non ci si improvvisa, soprattutto quando si parla di preparazione fisica e di tutto quello che ruota attorno ad un corpo umano.
L’istruttore tecnico cura ciò che si intende per movimento, come dice la parola stessa cura l’aspetto del movimento, “del sapersi muovere” e nel nostro caso specifico si inglobano tecniche di colpo, di schivata, di combinazione di colpi e di movimenti nell’area specifica con una particolare attenzione alla biomeccanica. Questa figura dovrebbe gestire tutto quello che richiede la siffatta pratica sportiva a tutti i livelli, dai ragazzini ai professionisti. Fin qui la fa da padrone il background passato, sia esso agonistico od amatoriale, che si traduce in una razionale esperienza pregressa in aggiunta ad un percorso formativo di non poco conto.
Il preparatore fisico è una figura sempre più importante che, più per esperienze personali fatte anni prima, deve dimostrare una preparazione integerrima di studio su come un corpo può interagire con lo sviluppo dei parametri condizionali e coordinativi, ovvero tutto quello che è preparazione fisica adattata allo sport specifico. Egli entrerà nei dettagli dei parametri funzionali, dei metabolismi, dei recuperi e della gestione della “macchina umana” come sistema integrato di organi e muscoli e benzina per farli muovere.
Ad esempio, se il tecnico valuta che l’atleta è lento nelle combinazioni di pugni e predisporrà un allenamento specifico al sacco, sarà il preparatore a gestire il ciclo di allenamento ed il carico (super compensazione e recupero fisico) dell’atleta, ma anche a suggerire un allenamento funzionale (specifico a...) per migliorare il parametro deciso dal coach (head coach). Come detto, le figure possono anche coincidere, ma bisogna studiare, non ci si improvvisa e, piuttosto di fare danni, è meglio farsi aiutare.
Per risultato non si intende solo il podio in una singola competizione, ma una buona gestione dell’atleta per il futuro, la riduzione degli infortuni e l’allontanamento del pericolo dell’over training.
Tutto ciò inizia dalla simbiosi di queste due figure ed é reso possibile anche da una programmazione certosina degli allenamenti ovvero una periodizzazione, dove cicli specifici si stabiliscono in sintonia per raggiungere il top della forma all’appuntamento prestabilito. Conoscere a fondo, al netto della tecnica, quanto si può spingere una preparazione è fondamentale. Per questo motivo è imperativo sapere cosa sono i fondamentali della “macchina umana”, dal movimento all’energia perché tale movimento si compia ed evitare di restare a secco o finire in uno sfasciacarrozze (sportivamente parlando).
Dott. Fabrizio Moresan
(head coach il Gladiatore Academy TS&PN)